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Che cos'è la paranoia?
Nel linguaggio comune spesso capita di sentire frasi come “sei paranoica!” per indicare una persona diffidente. In psicopatologia però si tratta di un disturbo vero e proprio.
La paranoia o, per dirlo in termini tecnici, il “disturbo paranoide di personalità” secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (il DSM V) è un disturbo pervasivo della personalità - cioè che impatta su tutte le sfere di vita della persona - che presenta pensieri ricorrenti e infondati: chi ne soffre ha la tendenza a percepire e interpretare le intenzioni, le parole e le azioni delle altre persone come malevole, umilianti o minacciose.
In sostanza, quando una persona ha un disturbo paranoide di personalità ha attivi dei “pattern” mentali, cioè degli schemi di pensiero che portano a vedere la realtà in maniera distorta e aggressiva nei propri confronti. Questo porta a vivere in un costante stato di allerta, che a sua volta si traduce nell’essere estremamente “diffidente” e ad attuare dei comportamenti che possono risultare strani, eccessivamente permalosi, polemici, ostinati, e in alcuni casi anche potenzialmente pericolosi per sé e per le altre persone.
Quali sono i sintomi della paranoia?
I sintomi del disturbo paranoide di personalità sono diversi. L’età media in cui si presenta è l’adolescenza o la prima età adulta, anche se spesso accade che chi ne soffre inizia un percorso di psicoterapia non prima dei 30-40 anni: potrebbero sembrare delle caratteristiche di una personalità chiusa e diffidente, soprattutto in assenza di comportamenti molto evidenti. I sintomi cognitivi e comportamentali riconoscibili sono:
- sfiducia e sospetto immotivati verso le altre persone
- sensazione costante di pericolo, minaccia e aggressione dall’esterno
- percezione di esclusione, con tristezza e depressione
- incapacità di porsi nella prospettiva altrui e distinguere i punti di vista
- difficoltà a distinguere tra mondo esterno e mondo interiore
Quando una persona è paranoica può esprimere questi atteggiamenti nei confronti di chiunque, per esempio, può avere il sospetto che il partner sia infedele perché ha fatto 10 minuti di ritardo, oppure potrebbe provare rancore nei confronti di una collega che ha fatto un commento genuino, ma che è stato interpretato come una minaccia. Tutto diventa motivo di sospetto.
Paranoia e distacco dalla realtà
Nel disturbo paranoide di personalità è possibile che la difficoltà a distinguere la realtà oggettiva dal proprio vissuto, unita al profondo stato di allerta, dia origine a un distaccamento vero e proprio dalla realtà, le “psicosi”, ovvero una visione del mondo fortemente distorta, nella quale non si riesce più a distinguere ciò che avviene davvero da ciò che è presente solo nella propria mente.
Le cause della paranoia
Questo disturbo paranoide di personalità non ha delle cause scientificamente certe, ma si ipotizza possa nascere da una serie di fattori diversi, come il temperamento, la famiglia e, spesso, anche quando avvengono dei grandi cambiamenti come il trasferimento in un’altra città o paese.
Inoltre, alla diagnosi di disturbo paranoide di personalità, possono accompagnarsi altri disturbi, come quelli d’ansia, il disturbo post traumatico da stress e la schizofrenia.
Cosa pensa una persona paranoica?
Nessuna persona può entrare nella testa di un’altra, ma proviamo a fare degli esempi per capire i meccanismi della paranoia. Una precisazione: i pensieri che ti riportiamo sono degli esempi di ragionamento che potrebbe fare anche una persona non paranoica. La differenza è che in questo caso sono infondati: nascono dalla paranoia stessa, non da un fatto oggettivo, e sono pervasivi, cioè intaccano ogni sfera della vita della persona anche se non hanno alcun fondamento reale.
“Mi tradisce”
Uno dei pensieri più frequenti nei confronti di un/una partner è dell’esistenza di un tradimento, che può generare una gelosia esplosiva e incontrollabile anche per le piccole cose.
“Mi stanno prendendo in giro”
Anche una semplice battuta in amicizia potrebbe scatenare il rancore di una persona paranoica. Il sospetto che il gruppo la stia deridendo o escludendo è molto forte.
“Vogliono farmi del male”
Spesso le persone paranoiche evitano di rivolgersi ai medici per paura che possano somministrare qualcosa per danneggiarle. C’è una forte paura che esista una cospirazione contro di sé.
“È tutto un complotto”
Tendenzialmente, chi è paranoico ha più probabilità di credere alle cosiddette “teorie del complotto”. Tendono a unire insieme informazioni provenienti da ambiti anche molto diversi unendole in base alla paura.
In conclusione: come si cura la paranoia?
Il disturbo paranoide invade la vita quotidiana: le relazioni, il lavoro e in generale, il rapporto con il mondo.
Per questo è importante chiedere un aiuto professionale: se pensi di soffrirne potresti rivolgerti a un CSM (Centro di Salute Mentale). Si tratta di un servizio di assistenza diurna in cui un'équipe composta almeno da uno psichiatra, uno psicologo, un assistente sociale e un infermiere si prenderanno cura del tuo benessere mentale.
Ma non è così semplice: una persona paranoica ha delle grosse difficoltà a fidarsi, anche delle figure professionali più esperte. Per questo motivo è fondamentale creare un’ottima “alleanza terapeutica” di base fra chi soffre di questi sintomi e chi dovrebbe aiutare a gestirli.
In conclusione: come si cura la paranoia?
Il disturbo paranoide invade la vita quotidiana: le relazioni, il lavoro e in generale, il rapporto con il mondo.
Per questo è importante chiedere un aiuto professionale: se pensi di soffrirne potresti rivolgerti a un CSM (Centro di Salute Mentale). Si tratta di un servizio di assistenza diurna in cui un'équipe composta almeno da uno psichiatra, uno psicologo, un assistente sociale e un infermiere si prenderanno cura del tuo benessere mentale.
Ma non è così semplice: una persona paranoica ha delle grosse difficoltà a fidarsi, anche delle figure professionali più esperte. Per questo motivo è fondamentale creare un’ottima “alleanza terapeutica” di base fra chi soffre di questi sintomi e chi dovrebbe aiutare a gestirli.
Non mi fido di nessuno: a chi posso rivolgermi?
Se hai rivisto te o una persona cara in questo articolo, proviamo a dirti cosa potresti fare.
Sappiamo quanto possa essere difficile, per una persona paranoica, decidere di cominciare un percorso di terapia: significherebbe fidarsi di un'altra persona e accettare di identificare i propri pensieri come "deformanti".
Secondo il DSM V quella cognitivo-comportamentale è la terapia d'elezione per il disturbo paranoide di personalità: se pensi di soffrirne, o se pensi ne soffra una persona a te vicina, consigliamo di rivolgerti a un CSM locale (Centro di Salute Mentale). Questi centri forniscono visite psichiatriche, colloqui psicologici, interventi ambulatoriali e domiciliari, accordi con i Comuni per gli inserimenti lavorativi dei pazienti.
In ogni caso, ci teniamo a dirti una cosa: ricordati che puoi sempre chiedere aiuto 💜
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Domande frequenti
In sostanza, quando una persona è paranoica ha attivi dei “pattern” mentali, cioè degli schemi di pensiero che portano a vedere la realtà in maniera distorta e aggressiva nei propri confronti. Questo porta a vivere in un costante stato di allerta, che a sua volta si traduce nell’essere estremamente “diffidente” e ad attuare dei comportamenti che possono risultare strani, eccessivamente permalosi, polemici, ostinati, e in alcuni casi anche potenzialmente pericolosi per sé e per le altre persone.
I sintomi del disturbo paranoide di personalità sono diversi:
- sfiducia e sospetto immotivati verso le altre persone;
- sensazione costante di pericolo, minaccia e aggressione dall’esterno;
- percezione di esclusione, con tristezza e depressione;
- incapacità di porsi nella prospettiva altrui e distinguere i punti di vista;
- difficoltà a distinguere tra mondo esterno e mondo interiore.
Quando una persona è paranoica può esprimere questi atteggiamenti nei confronti di chiunque, per esempio, può avere il sospetto che il partner sia infedele perché ha fatto 10 minuti di ritardo, oppure potrebbe provare rancore nei confronti di una collega che ha fatto un commento genuino, ma che è stato interpretato come una minaccia. Tutto diventa motivo di sospetto.
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