Perché siamo un centro medico specializzato in psicoterapia e supporto psicologico. Collaboriamo con centinaia di terapeute e terapeuti per rendere il benessere mentale sempre più accessibile, anche cercando di comunicare in modo chiaro e responsabile.
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Cos'è l'ansia?
L’ansia è uno stato psichico di agitazione nei confronti di uno stimolo o di uno scenario futuro.
È il nostro personale sistema di allarme: tende ad anticipare le situazioni di pericolo. Di fatto lavora per noi, anche quando non ce ne rendiamo conto. In un certo senso l'ansia è funzionale. Pensiamo agli esami: se non avvertissimo l’ansia per i brutti voti, non ci verrebbe in mente di studiare. Molto comune è anche l'ansia da lavoro o perché continuiamo a pensare.
Tutti e tutte la proviamo, ma in alcune persone questo sistema di allarme è più solerte del dovuto: suona al minimo stimolo, il rumore della sirena è molto forte ed è difficile da disinnescare. Un dato rilevante è l'aumento di persone soggette all'ansia dopo la pandemia da Covid 19.
Quando gli effetti dell’ansia si manifestano con particolare facilità, intensità e durata, potremmo trovarci di fronte a un disturbo d’ansia.
Ma come faccio a capire se ho un disturbo d’ansia? Se ciò che provi è una paura (e un’ansia) eccessiva e persistente, che ti porta a mettere in atto dei comportamenti disfunzionali per cercare di mitigare questi sentimenti spiacevoli, allora potresti averne uno.
Il disturbo d’ansia più comune è il disturbo d’ansia generalizzato, anche detto GAD.
Quali sono i sintomi dell’ansia?
Nella sua definizione possiamo già rintracciare qualche sintomo basilare dell’ansia: secondo il DSM, «l’ansia è uno stato emotivo stressante e spiacevole di nervosismo e malessere. L’ansia è meno legata al tempismo di una situazione minacciosa - a differenza della paura. Può essere ansia anticipatoria di una minaccia, persistere dopo uno scampato pericolo o si può presentare in assenza di una chiara minaccia».
In altre parole, fra i sintomi fisici e mentali dell'ansia possiamo indicare:
- nervosismo
- apprensione
- crisi di pianto
- palpitazioni
- debolezza
- apnea
- crampi allo stomaco
- insonnia
Quando l’ansia diventa cronica, si parla di disturbo d’ansia generalizzato. Allora, ai sintomi descritti sopra, se ne possono aggiungere altri:
- sintomi psicologici, che comprendono l’incapacità di controllare la propria preoccupazione, l’irritabilità e la difficoltà a concentrarsi;
- sintomi fisici, come mal di testa, stanchezza, tensione e dolore muscolare, difficoltà a deglutire, tremore o contrazioni, sudorazione, nausea, stordimento e formicolio alle estremità, necessità di andare spesso in bagno, vampate di calore;
Anche le persone più giovani possono sperimentare questo disturbo: per loro, spesso, le preoccupazioni sono associate alle prestazioni scolastiche o agli eventi sportivi.
Mentre per adulti e adulte di solito riguardano le sfere della puntualità, del perfezionismo e della conformità.
Sapevi che c'è una connessione anche tra ansia e pericardite?
Perché quando proviamo ansia non proviamo nient’altro?
Ti capita mai di non riuscire a mangiare quando provi un forte stato d’ansia? C’è una spiegazione. L’ansia ci è stata utile fin dagli albori, quando i pericoli in cui potevamo incappare non erano dei brutti voti o un colloquio di lavoro fallimentare. Pensiamo a una persona che scappa da un incendio o a un’altra inseguita da un leone: in situazioni di questo tipo, dovremmo rispondere al pericolo combattendo, fuggendo o nascondendoci. Tutte le funzionalità corporee che non servono a questo preciso scopo, vengono interrotte.
L’ansia riesce a chiamare a raccolta tutta l’attenzione e le energie di cui disponiamo: a che serve mangiare se rischia di essere l’ultima volta in cui lo facciamo?
Inoltre, in alcune situazioni è normale avere preoccupazioni. Ad esempio l'ansia in gravidanza è una condizione dovuta a dubbi e pensieri del tutto comprensibili, soprattutto se ci si trova ad essere genitori per la prima volta.
Quali sono le cause dell'ansia?
L'ansia nasce da una combinazione di cause biologiche, genetiche, ambientali e sociali.
Cause biologiche: l’insorgenza dell’ansia e l’eccessiva o ridotta produzione di alcuni neurotrasmettitori da parte del nostro cervello potrebbero essere legate fra loro. Lo dicono alcuni studi, che hanno mostrato come l’eccessiva produzione di noradrenalina e la ridotta disponibilità di serotonina e/o di acido gamma aminobutirrico siano in grado di favorire la comparsa dell’ansia nelle nostre vite.
Cause genetiche: secondo alcuni studi, il 50% delle persone affette da un disturbo d’ansia ha almeno un (o una) parente che soffre, a sua volta, di un disturbo ansioso. Anche degli studi condotti sui gemelli hanno mostrato come la predisposizione genetica possa aumentare il rischio di incorrere in un disturbo d'ansia (dal 25 al 40%).
Cause ambientali e sociali: le persone che hanno subito un trauma, un abuso o un episodio di bullismo sono più esposte all’ansia, così come quelle che sono state educate in modo duro, ansioso, negligente o anaffettivo.
Esiste poi una differenza di genere: l'incidenza dell'ansia è più alta tra le donne, anche se sembra dipendere più da fattori contestuali (un diverso approccio all'apprendimento e al controllo) che biologici.
Infine, alcune sostanze possono causare o peggiorare l'ansia, come l'alcol, il tabacco, gli oppioidi e gli stimolanti.
Quante tipologie e forme d’ansia esistono?
Il disturbo d’ansia generalizzato è solo uno dei disturbi legati all’ansia indicati dal DSM V. Ecco gli altri:
Disturbo d’ansia da separazione
È un disturbo dell’età infantile. Chi prova questo tipo di ansia teme la separazione dalla figura di riferimento, di solito la madre. La paura che sente è intensa e persistente, oltre che inadatta alla sua età. Infatti, fra gli otto mesi e i due anni è del tutto naturale vivere la separazione in maniera difficile: smette di esserlo alle soglie della scuola dell’infanzia.
Quest’ansia, legata all'idea che possa succedere qualcosa di brutto ai genitori, o che essi non facciano ritorno, causa spesso incubi notturni. L'ansia notturna può avere come conseguenze emicranie, mal di stomaco, nausee e vomito. Il trattamento d’elezione in questi casi è la terapia cognitivo-comportamentale, per chi ne soffre e per i familiari.
Mutismo selettivo
Anche questo disturbo riguarda l’età evolutiva. Il bambino o la bambina che ne soffre non riesce a comunicare e a esprimersi all’interno dei contesti sociali che percepisce come minacciosi, mentre riesce tranquillamente a farlo quando si trova in un ambiente “sicuro” e “protetto”. Non si tratta di un comportamento intenzionale o capriccioso, ma di uno stato d’ansia così difficile da gestire da rendere difficile qualsiasi tipo di interazione verbale.
Circa il 90% dei bambini e delle bambine con mutismo selettivo, soffre anche di una forma di fobia sociale.
A scuola l’insegnante potrebbe essere d’aiuto avanzando al bambino (o alla bambina) richieste contenute, promuovendo il lavoro cooperativo in cui la comunicazione verbale non sia necessaria, stimolando l'interazione con i compagni e le compagne più sensibili.
Fobia specifica
Una fobia è la paura spropositata di una situazione, di un oggetto, di un animale o di qualsiasi altra cosa, che si manifesta in modo marcato e persistente.
Chi ne ha una (o più) sa che si tratta di un timore irrazionale ma, nonostante questo, continua a percepirlo come intollerabile e incontrollabile: l’unico modo per superare la minaccia è l’evitamento.
Le fobie più comuni riguardano gli animali (ad esempio l’aracnofobia e l’ofidiofobia, cioè la paura dei ragni e quella dei serpenti), l’ambiente naturale (ad esempio l’acrofobia o la ceraunofobia, cioè la paura delle altezze e quella dei tuoni e dei fulmini), il sangue e/o le ferite (ad esempio la tripanofobia o la tomofobia, cioè la paura degli aghi e quella degli interventi chirurgici), alcune situazioni (ad esempio la glossofobia e la claustrofobia, cioè la paura di parlare in pubblico e quella degli spazi chiusi).
Disturbo d’ansia sociale
La persona che ne soffre prova paura e ansia quando si trova in determinate situazioni sociali o prestazionali. Ma, in specifico, cosa si teme? Di non soddisfare le aspettative delle altre persone, di essere analizzati ed esaminate, di provare e mostrare imbarazzo, di subire un’umiliazione, di perdere il filo del discorso o di non essere in grado di esprimersi in pubblico. Anche caldo e ansia possono essere correlati.
Il trattamento comprende la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia dell’esposizione e, in alcuni casi specifici, la terapia farmacologica. Ci sono anche farmaci senza ricetta per l'ansia. Ad esempio, il bisoprololo aiuta con l'ansia, sebbene non sia un trattamento specifico per questo problema. Può avere infatti un effetto indiretto nel ridurre alcuni sintomi fisici correlati all'ansia, come la frequenza cardiaca elevata e i tremori.
Disturbo di panico
Chi sperimenta questo disturbo soffre di ripetuti attacchi di panico, prova paura pensando agli attacchi di ansia futuri (ansia anticipatoria) e, per questo motivo, modifica il proprio comportamento con lo scopo di evitare azioni e situazioni che potrebbero scatenarne altri.
Sono molte le persone ad aver sperimentato un attacco di panico nella propria vita (10 milioni solo in Italia), ma sono molte meno quelle che hanno sviluppato un disturbo di panico (circa 2 milioni). L’esordio del disturbo è nella tarda adolescenza o nella prima età adulta e colpisce maggiormente le donne.
Le persone con un disturbo da panico spesso hanno anche altri disturbi di natura psichiatrica - ad esempio, un ulteriore disturbo d’ansia, la depressione, il disturbo bipolare, il disturbo da uso di alcol lieve.
Per fortuna, ci sono alcune strategie che puoi seguire in caso di attacco di panico immediato.
Ansia dovuta a un’altra condizione medica
L’ansia, ad esempio, è uno dei sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC): qui le ossessioni innescano l’ansia che, a sua volta, dà il via alle compulsioni, che servono a placare questa sensazione spiacevole.
L’ansia è alla base anche del disturbo post-traumatico da stress (DPTS): la persona che ne soffre ha vissuto un’esperienza dolorosa e intensa - la guerra, una violenta aggressione, un disastro naturale, un incidente, eccetera. Questo evento può essere rivissuto nella mente: ciò comporta incubi, ansia e tentativi di evitamento di qualsiasi cosa possa ricordare il trauma.
Tre curiosità sull'ansia
Che l’ansia tenda a concentrare le energie di mente e corpo sulla sopravvivenza e sul breve periodo piuttosto che sulla nostra crescita a lungo termine, l’abbiamo detto sopra, parlando dell’incendio e del leone. Ma dobbiamo ribadirlo: uno stato d’ansia prolungato inibisce la crescita di nuove cellule cerebrali, quindi mette i bastoni tra le ruote alla nostra salute mentale.
L’ansia ci permette di reagire rapidamente davanti a una minaccia. Ad esempio, l'ecoansia è un fenomeno psicologico legato alla crescente preoccupazione per le questioni ambientali e il cambiamento climatico.
Ma più ci mettiamo sull’attenti e più questo sistema si affina: per l’evoluzione è positivo, per la nostra tranquillità un po’ meno. Questo perché non è detto che le minacce percepite siano anche reali: è importante riuscire a trovare un equilibrio e non concedere più spazio del dovuto all’ansia.
Quando siamo in uno stato d’ansia, ci rintaniamo nella nostra comfort zone. È un meccanismo del tutto naturale: può proteggerci, ma l'ansia patologica sicuramente non ci aiuta a uscire dagli schemi e a provare cose nuove. Insomma, l’ansia ci rende prevedibili.
Tre curiosità sull'ansia
Che l’ansia tenda a concentrare le energie di mente e corpo sulla sopravvivenza e sul breve periodo piuttosto che sulla nostra crescita a lungo termine, l’abbiamo detto sopra, parlando dell’incendio e del leone. Ma dobbiamo ribadirlo: uno stato d’ansia prolungato inibisce la crescita di nuove cellule cerebrali, quindi mette i bastoni tra le ruote alla nostra salute mentale.
L’ansia ci permette di reagire rapidamente davanti a una minaccia. Ad esempio, l'ecoansia è un fenomeno psicologico legato alla crescente preoccupazione per le questioni ambientali e il cambiamento climatico.
Ma più ci mettiamo sull’attenti e più questo sistema si affina: per l’evoluzione è positivo, per la nostra tranquillità un po’ meno. Questo perché non è detto che le minacce percepite siano anche reali: è importante riuscire a trovare un equilibrio e non concedere più spazio del dovuto all’ansia.
Quando siamo in uno stato d’ansia, ci rintaniamo nella nostra comfort zone. È un meccanismo del tutto naturale: può proteggerci, ma l'ansia patologica sicuramente non ci aiuta a uscire dagli schemi e a provare cose nuove. Insomma, l’ansia ci rende prevedibili.
C'è un test per scoprire se si soffre d'ansia?
In ambito clinico si usa un test chiamato GAD-7: si è dimostrato efficace per valutare la presenza e la gravità del disturbo d'ansia generalizzato.
Ma non è uno strumento di autovalutazione: per avere valore diagnostico, deve essere esaminato da psicologi, psicoterapeuti, psichiatri o medici.
Se lo farai in autonomia, non scoprirai se soffri d'ansia: avrai solo un'indicazione dell'eventuale presenza di alcuni sintomi, che potrebbero dipendere da cause del tutto diverse.
Alcuni articoli sull'ansia
Abbiamo un segreto
“La terapia mi ha aiutato a trovare un equilibrio”
Samuele, che lavora in Serenis
Sappiamo cosa significa fare terapia: ogni dipendente di Serenis (o quasi) ha alle spalle uno o più percorsi.
Conosciamo bene gli ostacoli pratici e culturali che rendono poco accessibile il benessere mentale. Il nostro lavoro è cercare di superarli – non è semplice, ma l’esperienza aiuta.
A cosa serve la terapia?
Fare una lista è difficile, perché può servire per tantissime cose: l’idea di base è lavorare su ciò che si prova e cercare un cambiamento. Queste sono alcune delle situazioni di cui ci occupiamo più spesso.
Stress da lavoro
Crescita personale
Ansia
Genitorialità
Coppie
Depressione
Fobie
Sonno
Panico
Adolescenza
Ricapitoliamo
Se rispondi al questionario troveremo il tuo o la tua terapeuta.
Il primo colloquio è gratuito. Se andrà male, potrai farne un altro.
Gli incontri saranno tutti in videochiamata e senza vincoli.
Avrai anche un diario dove annotare i tuoi progressi.
Potrai smettere in ogni momento.
Leggi anche
Domande frequenti
Sì, l’ansia può essere trattata con successo. Non esiste un approccio più efficace di un altro, ma esiste l’approccio più adatto a noi e alle nostre necessità. Innanzitutto ci sono orientamenti terapeutici top-down o bottom-up: nel primo caso, l’attenzione è posta sugli aspetti e sui sintomi cognitivi; nel secondo caso, su quelli legati al corpo.
Ecco due orientamenti, fra i tanti, che potrebbero aiutarti con l’ansia:
l’approccio sistemico-relazionale ci può aiutare a comprendere la “funzione” dell’ansia all’interno delle nostre relazioni familiari, a capire quali sono le occasioni e le esperienze che ci hanno spinto a stare all’erta, a provare inadeguatezza o paura nei confronti dei cambiamenti, a individuare i modelli familiari di gestione dell’ansia e di rassicurazione;
l’approccio cognitivo-comportamentale ci può aiutare a individuare tutte le situazioni che generano in noi paura e ansia, i nostri pensieri negativi e le reazioni comportamentali che ne conseguono. Può spingerci a focalizzare l’attenzione sugli errori cognitivi, i rimuginii, le interpretazioni negative e gli evitamenti comportamentali che mettiamo in atto per “fuggire” dall’ansia e smettere di rimuginare. Infine, propone delle tecniche per permetterci di ristrutturare il nostro pensiero catastrofico/intrusivo.
Sì. Li abbiamo scritti insieme ad alcuni psicoterapeuti del nostro centro medico, sulla base della letteratura esistente e di fonti affidabili. Per approfondire, scopri come funziona il nostro processo di revisione.
Siamo un centro medico che offre sedute di supporto psicologico, psicoterapia, coaching e psichiatria online, sia da sito che da app. Ecco come funziona.
- Per prima cosa ti chiediamo di rispondere a un questionario.
- Sulla base delle tue risposte scegliamo quale psicoterapeuta farti conoscere, tra centinaia di profili specializzati.
- Potrai parlarci gratuitamente, in videochiamata, per spiegare la tua situazione e fare ogni domanda necessaria.
- Dopo il primo colloquio, se vorrai proseguire, potrai farlo a pagamento. Il costo varierà in base al percorso e al piano che sceglierai.
Il primo colloquio è gratuito e senza vincoli. Poi avrai due possibilità:
- comprare le sedute singolarmente, al costo di 55 euro l’una;
comprare un pacchetto di 4 sedute, al costo di 202 euro. Se non lo finirai ti rimborseremo le sedute residue, esclusa la marca da bollo.