Perché siamo un centro medico specializzato in psicoterapia e supporto psicologico. Collaboriamo con centinaia di terapeute e terapeuti per rendere il benessere mentale sempre più accessibile, anche cercando di comunicare in modo chiaro e responsabile.
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Che cosa si intende con il termine aggressività?
Il termine aggressività è molto generico e può comprendere diverse sfumature di significato. Possiamo definirlo con le parole dello psichiatra Luigi Valzelli: “l’aggressività è una componente del comportamento naturale che in forme differenti, a seconda dei finalismi da raggiungere e degli stimoli che la suscitano, viene messa in atto per rimuovere o superare qualsiasi minaccia all’integrità fisica e/o psichica, garantendo la salvaguardia del singolo e della specie”.
L’aggressività è quindi qualcosa di naturale e non indica necessariamente la presenza di un disturbo mentale o psichiatrico: il confine è segnato dalle conseguenze che la rabbia produce, se causano danno a sé o alle altre persone.
Quante tipologie di aggressività esistono?
Potremmo immaginare l’aggressività come una scala: alla base ci sono le forme più lievi, in cima quelle più estreme. Distinguiamo:
- un’aggressività attiva, che viene esercitata con la forza;
- un’aggressività passiva, che si serve, ad esempio, della diffamazione o dell’omissione di soccorso;
- un’aggressività autodiretta, rivolta contro di sé;
- un’aggressività reattiva, alimentata dalla vendetta per un torto subito;
- un’aggressività proattiva, per esercitare un dominio sulle altre persone. Può sfociare anche in violenza verbale o fisica.
L’aggressività è genetica?
Uno studio dell’Università di Montreal ha dimostrato che, prima dei 6 anni di vita, in ogni persona convivono un’aggressività reattiva e una proattiva. Crescendo, entrambe si riducono: in poche parole, i fattori ambientali hanno la meglio su quelli genetici, perché tra i 6 e i 12 anni impariamo a gestire meglio le nostre emozioni e a comunicare con le altre persone, adattandoci alle regole sociali.
Questo processo si affina sempre di più, a meno che non sopraggiungano disturbi o condizioni patologiche in grado di inibire la nostra naturale autoregolazione.
È possibile prevenire l’aggressività?
Per prevenire l’aggressività reattiva bisognerebbe ridurre il più possibile le esperienze di vittimizzazione dei bambini e delle bambine.
Per evitare lo sviluppo incontrollato dell’aggressività proattiva, sarebbe utile trasmettere loro i valori prosociali e insegnargli a sfogare la rabbia e gestire i conflitti in maniera consapevole, servendosi delle tecniche della comunicazione assertiva.
Quali sono i disturbi psichici collegati all’aggressività?
Il DSM V indica l’aggressività come uno dei sintomi di questi disturbi:
Il disturbo oppositivo provocatorio
I sintomi sono: umore irritabile, nervosismo, condotta polemica e di sfida, attitudine alla vendetta. Questo disturbo riguarda solo bambini e adolescenti e ha un impatto sullo sviluppo delle naturali capacità di autoregolazione inibitoria.
Il disturbo della condotta
Si contraddistingue per una forte aggressività rivolta verso persone e/o animali, per furti e/o danneggiamenti di proprietà, per gravi violazioni e per il disprezzo delle regole sociali. Questo disturbo riguarda solo gli adolescenti.
Il disturbo esplosivo intermittente
È caratterizzato da uno scoppio aggressivo di breve durata, impulsivo e non premeditato. Può essere fonte di disagio interiore perché danneggia il lavoro e la vita personale di chi lo sperimenta. Gli altri sintomi sono: pensieri maniacali, formicolii, tremori, oppressione toracica e sensazione di pressione alla testa.
Il disturbo antisociale di personalità
Il disturbo antisociale è una condizione attribuibile solo agli adulti ed è caratterizzata dal disprezzo per le norme sociali, dalla disonestà e dalla manipolazione. Gli altri sintomi sono l’irritabilità, la noncuranza per le altre persone e per sé e la mancanza di rimorso.
Alcune curiosità sull’aggressività
Secondo una ricerca della Georgia Regents University, riversiamo la nostra aggressività soprattutto su chi ci sta vicino, che sia in casa o sul posto di lavoro.
Viene anche smontata una teoria che si considerava assodata: l’uomo non è più aggressivo della donna. L’aggressività maschile tende a essere attiva e chiaramente visibile nelle reazioni e nei comportamenti, mentre quella femminile è spesso passiva e “coperta”.
Se al principio della storia umana l’aggressività era una risorsa capace di proteggere la specie, oggi è diventata una minaccia per la sopravvivenza (nostra e dei nostri rapporti interpersonali).
Quando l’aggressività diventa incontrollabile è importante saper chiedere aiuto: se dovessi averne bisogno, noi siamo qui 💜
Alcune curiosità sull’aggressività
Secondo una ricerca della Georgia Regents University, riversiamo la nostra aggressività soprattutto su chi ci sta vicino, che sia in casa o sul posto di lavoro.
Viene anche smontata una teoria che si considerava assodata: l’uomo non è più aggressivo della donna. L’aggressività maschile tende a essere attiva e chiaramente visibile nelle reazioni e nei comportamenti, mentre quella femminile è spesso passiva e “coperta”.
Se al principio della storia umana l’aggressività era una risorsa capace di proteggere la specie, oggi è diventata una minaccia per la sopravvivenza (nostra e dei nostri rapporti interpersonali).
Quando l’aggressività diventa incontrollabile è importante saper chiedere aiuto: se dovessi averne bisogno, noi siamo qui 💜
C’è una cura per l’aggressività?
L’aggressività non è di per sé un disturbo, ma può essere parte di un disturbo. Soprattutto se si manifesta nel comportamento in maniera sproporzionata rispetto alle cause che l’hanno scatenata. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarti a capire di cosa si tratta, così da poterci lavorare e comprendere come gestire la rabbia.
Per il disturbo oppositivo provocatorio, per quello esplosivo intermittente e per quello antisociale di personalità l’approccio terapeutico più efficace è quello cognitivo-comportamentale: una diagnosi in età precoce aiuterebbe contro le ricadute nel tempo. Mentre per il disturbo della condotta l’orientamento terapeutico più indicato è quello socio-cognitivo.
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Abbiamo un segreto
“La terapia mi ha aiutato a trovare un equilibrio”
Samuele, che lavora in Serenis
Sappiamo cosa significa fare terapia: ogni dipendente di Serenis (o quasi) ha alle spalle uno o più percorsi.
Conosciamo bene gli ostacoli pratici e culturali che rendono poco accessibile il benessere mentale. Il nostro lavoro è cercare di superarli – non è semplice, ma l’esperienza aiuta.
A cosa serve la terapia?
Fare una lista è difficile, perché può servire per tantissime cose: l’idea di base è lavorare su ciò che si prova e cercare un cambiamento. Queste sono alcune delle situazioni di cui ci occupiamo più spesso.
Stress da lavoro
Crescita personale
Ansia
Genitorialità
Coppie
Depressione
Fobie
Sonno
Panico
Adolescenza
Ricapitoliamo
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Il primo colloquio è gratuito. Se andrà male, potrai farne un altro.
Gli incontri saranno tutti in videochiamata e senza vincoli.
Avrai anche un diario dove annotare i tuoi progressi.
Potrai smettere in ogni momento.
Domande frequenti
Una persona passivo-aggressiva prova sentimenti di rabbia e ostilità che non esprime in modo chiaro e sincero. I suoi stati d’animo restano nascosti: mostra finta cortesia anche quando prova fastidio o delusione, preferendo indurre l’altra persona a provare senso di colpa. Può però diventare improvvisamente scontrosa.
Se potessimo mettere le modalità comunicative di cui disponiamo su una linea immaginaria, lo stile aggressivo si troverebbe all’estremità opposta rispetto allo stile passivo. Nel mezzo avremmo lo stile assertivo, che si basa sull’aperta espressione dei nostri sentimenti, dei nostri bisogni e delle nostre opinioni. Lo scopo non è quello di prevaricare l’altra parte o metterla a disagio, ma di esporre in maniera chiara le nostre necessità e convinzioni. Comunicare in maniera assertiva permette anche di ridurre lo stress e aumentare l’autostima.
Sì. Li abbiamo scritti insieme ad alcuni psicoterapeuti del nostro centro medico, sulla base della letteratura esistente e di fonti affidabili. Per approfondire, scopri come funziona il nostro processo di revisione.
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